I principali paradigmi di programmazione si riducono a tre: programmazione strutturata, programmazione ad oggetti e programmazione funzionale. Lo scopo di questo articolo è quello di evidenziarne i caratteri salienti e i vantaggi che derivano dalla loro applicazione.
Lo scopo della programmazione strutturata è la decomposizione di una applicazione software in moduli, ogni modulo può, a sua volta, essere suddiviso ricorsivamente in componenti più piccole, fino ad arrivare alla singola funzione atomica. Questo paradigma permette di affrontare un problema complesso (la nostra applicazione) attraverso un approccio divide-et-impera separando le sue funzionalità in unità più piccole e gestendole in maniera indipendente: è un approcciò più strategico nella gestione della complessità.
Ogni funzione può essere descritta tramite l'utilizzo delle tre strutture di controllo: sequenza, selezione e iterazione, ne deriva che tutti i programmi, a prescindere dalla loro complessità, possono essere descritti utilizzando solamente questi tre principi di base.
Un altro concetto importante circa il paradigma della programmazione strutturata e il suo approccio modulare riguarda il fatto che le funzioni atomiche risultanti dalla decomposizione sono soggette a test formali volti a verificare la presenza eventuale di bug: il successo del test ci dimostra che un tale bug è presente nel sistema che stiamo progettando; al contrario il fallimento del test ci può dare una ragionevole sicurezza che certuni bug non siano presenti, nonostante non sia formalmente possibile dimostrarne Continua...