
Sviluppare un software attraverso un approccio simile a quello che vediamo in Natura: una metodologia che pone in primo piano la struttura del progetto, le relazioni tra i suoi componenti e i requisiti da soddisfare, sviluppandoli in maniera organica, coesa e olistica.
Lo sviluppo software è spesso percepito come un processo tecnico e lineare; cosa accadrebbe se lo considerassimo, invece, come qualcosa di più naturale e fluido? Da questa idea nasce il concetto di Sviluppo Organico, un approccio che si ispira al modo in cui gli organismi viventi crescono e si sviluppano in Natura seguendo uno sviluppo equilibrato e interdipendente tra tutte le parti che li compongono.
Proprio come un organismo non può crescere concentrandosi su una sola parte alla volta (un braccio, una gamba o un suo organo specifico) anche un software dovrebbe evolversi in maniera armoniosa. Tutte le sue parti, dal back-end al front-end, dall'interfaccia utente alle API, devono svilupparsi in sinergia, mantenendo un equilibrio costante tra funzionalità, usabilità e sostenibilità.
Lo Sviluppo Organico si propone come una metodologia che supera i limiti degli approcci tradizionali, spesso focalizzati su una singola dimensione del progetto (come l'aggiunta di funzionalità o il rispetto delle scadenze), per promuovere invece una crescita olistica e progressiva. L'obiettivo è quello di raggiungere un prodotto finale che non solo soddisfi i requisiti iniziali, ma che sia anche coerente, flessibile e pronto ad adattarsi ai cambiamenti che inevitabilmente saranno richiesti dagli stakeholders.
In questo articolo, esploreremo i principi fondamentali dello Sviluppo Organico, i suoi vantaggi, le sue caratteristiche peculiari, spiegando come può essere implementato per favorire la creazione di un software che cresca in modo naturale, proprio come un organismo vivente... [Continua]
I principali paradigmi di programmazione si riducono a tre: programmazione strutturata, programmazione ad oggetti e programmazione funzionale. Lo scopo di questo articolo è quello di evidenziarne i caratteri salienti e i vantaggi che derivano dalla loro applicazione.
Lo scopo della programmazione strutturata è la decomposizione di una applicazione software in moduli, ogni modulo può, a sua volta, essere suddiviso ricorsivamente in componenti più piccole, fino ad arrivare alla singola funzione atomica. Questo paradigma permette di affrontare un problema complesso (la nostra applicazione) attraverso un approccio divide-et-impera separando le sue funzionalità in unità più piccole e gestendole in maniera indipendente: è un approcciò più strategico nella gestione della complessità.
Ogni funzione può essere descritta tramite l'utilizzo delle tre strutture di controllo: sequenza, selezione e iterazione, ne deriva che tutti i programmi, a prescindere dalla loro complessità, possono essere descritti utilizzando solamente questi tre principi di base.
Un altro concetto importante circa il paradigma della programmazione strutturata e il suo approccio modulare riguarda il fatto che le funzioni atomiche risultanti dalla decomposizione sono soggette a test formali volti a verificare la presenza eventuale di bug: il successo del test ci dimostra che un tale bug è presente nel sistema che stiamo progettando; al contrario il fallimento del test ci può dare una ragionevole sicurezza che certuni bug non siano presenti, nonostante non sia formalmente possibile dimostrarne Continua...
Tutti abbiamo almeno una idea vaga di cosa si intende per "Architettura del Software", ma penso che solo alcuni abbiano in mente concetti, pratiche e vantaggi precisi che ne derivano.
Con Architettura del Software ci riferiamo alla struttura di un sistema software e alla progettazione delle interfacce dei suoi componenti; comprende le decisioni di progettazione che determinano quali parti compongono l'applicazione e come queste interagiscono e lavorano assieme per raggiungere gli obiettivi richiesti. Queste decisioni includono la struttura del filesystem (i file e le cartelle), la scelta dei framework da adottare, la definizione delle interfacce tra le diverse componenti che costituiscono l'applicazione, la gestione dei dati, la distribuzione delle responsabilità tra i moduli e altro ancora.
Un'architettura ben progettata facilita la manutenzione, l'aggiornamento e l'aggiunta di funzionalità del software nel tempo ponendo la giusta attenzione ad aspetti quali: la scalabilità, la sicurezza, la manutenibilità e la flessibilità per garantire che il software possa crescere Continua...